Le nuove tecnologie in fase di sviluppo nell’ambito dell’estrazione dei metalli rari potrebbero avvicinarci sempre più alla svolta green. Scopri di più!

Gli esperti di New Battery Service si tengono sempre aggiornati sulle nuove tecnologie in fase di sviluppo, seguendo con attenzione le pubblicazioni scientifiche e l’informativa europea in tema di energia.

L’UE in questo momento sta infatti concentrando i propri sforzi verso la svolta green, che secondo le stime attuali dovrebbe realizzarsi entro l’anno 2035, minimizzando l’impatto del fossile sui sistemi produttivi.

Gli studi in atto sulle nuove tecnologie e soluzioni per un futuro più sostenibile sono moltissimi, ma ce n’è uno in particolare che, nonostante l’attuale scarsità di pubblicazioni in merito, ha attirato l’attenzione dei nostri professionisti.

In questo articolo parleremo delle possibili applicazioni di una promettente nuova tecnologia, inserita nel contesto di un grandissimo progetto internazionale per l’estrazione delle terre rare. Continua a leggere!

Il grande progetto di LKAB e REEtech

Sponsorizzati da governi e società private, gli ingegneri che si occupano dello studio di fonti energetiche alternative vengono sempre più spesso premiati con importanti pubblicazioni. All’interno di questi studi però gli esperti spesso sostengono progetti futuri che nella realtà dei fatti, una volta messi in cantiere, risulterebbero poco impattanti.

Nel frattempo però diverse società europee ed extraeuropee stanno lavorando ad un colossale progetto nell’ambito dell’estrazione di terre rare.

Una di queste aziende è LKAB, la compagnia mineraria statale svedese che, acquisendo la società norvegese REEtec, pare abbia preso il possesso di una tecnologia ecologica ed efficiente nell’estrazione del neodimio e del praseodimio.

Tale associazione si è posta come obiettivo di inizio lavori l’anno 2027 e, pur non avendo ancora valutato la quantità effettiva di materiale presente nel giacimento selezionato, ha già ricevuto importanti finanziamenti da tutto il mondo.

Il problema dei minerali rari negli impianti già esistenti

Estrarre questo genere di materiali dalle rocce attraverso un sistema così innovativo ed ecologico sarebbe senza dubbio un passo importante verso la sostenibilità.

Tali materiali sono infatti indispensabili per la costruzione dei motori magnetici permanenti utilizzati nella costruzione di rotori eolici, idraulici e non solo.

Risulta però doveroso fare una precisazione: nonostante le buone premesse di queste nuove tecnologie, vi sono numerose filiere già esistenti dedicate all’estrazione di minerali all’interno delle quali vengono estratti metalli come rame, ferro e nikel, scartando però i minerali rari a causa delle piccole quantità presenti.

Le preziose risorse presenti all’interno delle rocce vengono quindi sfruttate solo in parte, tralasciando l’ulteriore processo di estrazione dei minerali più rari.

Una risorsa per il pianeta

Se le soluzioni innovative della REEtec venissero applicate anche agli impianti già esistenti le terre rare, seppur presenti in piccole quantità, potrebbero essere sfruttate appieno estraendo i minerali tanto ricercati dalle società globali.

Purtroppo, come spesso accade, pare che gli interessi economici delle aziende stiano prevalendo sul buon senso, e per il momento sembra che l’impiego delle nuove tecnologie di estrazione si concentrerà solo su nuovi giacimenti.

La nostra speranza è che le società interessate si rendano conto che, accumulando metalli rari da una grande quantità di impianti di estrazione preesistenti, l’impatto ecologico di questa tecnologia potrebbe essere amplificato diventando una vera e grandissima risorsa per il nostro pianeta.

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